Lasciare i ricordi dolorosi del passato nel passato, rielaborandoli, evita che le reazioni automatiche e di disagio interferiscano con il benessere presente e con le scelte future.
“Il tempo non cura le ferite” e “ Non passerà con la crescita, diventando più grande” . Lo chiarisco sempre con adulti e famiglie quando si tratta di eventi traumatici o altamente stressanti i cui esiti si esprimono da tempo. Nella pratica clinica quotidiana aiuto grandi e piccoli a conoscersi meglio e conoscere come funziona il loro cervello e la dinamica del trauma. Immagini, fumetti, grafici, giochi o metafore, sono alcuni strumenti utili nelle varie fasce d’età per capire cosa accade dentro di noi quando siamo esposti ad eventi soverchianti. Li distinguiamo in due categorie: i traumi con “T” maiuscola (sono quelli che mettono a rischio l’incolumità fisica propria o di persone vicine, come lutti, suicidi, abusi, maltrattamenti, aggressioni, rapine, catastrofi naturali, malattie) e con la “t” minuscola (che mettono a rischio l’immagine positiva di sé, delle proprie capacità e della propria identità, ossia i traumi relazionali). Adulti e bambini (in questo caso con un linguaggio e strumenti calibrati in base all’età) apprendono una nuova chiave di lettura ai problemi che stanno vivendo, un nuovo linguaggio per descrivere se stessi e le loro reazioni comportamentali ed emotive. Gli eventi traumatici vengono poi affrontati attraverso il cuore dell’approccio EMDR, con movimenti oculari volontari che portano a desensibilizzare la carica emotiva negativa e disturbante, rielaborandola in maniera più adattiva e portando alla scomparsa dei sintomi connessi alle esperienze sfavorevoli.
