Il lavoro di rete e d’equipe garantisce la possibilità di una presa in carico globale e approfondita.
“Se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante. Proverbio del Burkina Faso”. Il lavoro di squadra non può riguardare solo i membri della famiglia. Gli esseri umani sono complessi, le relazioni sono complesse, le famiglie sono complesse, quindi gli interventi non possono essere semplici e attivati da un solo terapeuta.
Dal 2009 collaboro con la collega dott.ssa Paola Croera, terapeuta con cui ho condiviso i percorsi di formazione e una parte della mia quotidianità lavorativa. La presenza di due terapeute sulla situazione familiare, talvolta in modo congiunto nei colloqui familiari, si rivela a volte necessaria e vincente per un intervento complesso e a più livelli (genitori, figli e famiglia). La mente collettiva che si costruisce con la propria equipe garantisce confronto, approfondimento e sostegno, contribuendo a rafforzare il benessere del terapeuta (requisito importante per svolgere bene questo lavoro).
In un’ottica di complessità anche il lavoro di rete e di integrazione con altre figure professionali diventa una parte importante del lavoro con le famiglie (previo consenso e con estrema attenzione alla non violazione del segreto professionale). Nello svolgimento della mia attività clinica collaboro con pediatri, medici di base, psichiatri o neuropsichiatri infantili, logopedisti, psicomotricisti, insegnanti, nutrizionisti, ostetriche, osteopati, etc, affinando punti di vista sul problema affrontato, condividendo linee di intervento o attivando progetti terapeutici integrati e con obiettivi univoci.