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Bambini che non mangiano?

12-04-2021 12:00

Maura Cornetti

Alimentazione ed emozioni,

Bambini che non mangiano?

Il miglior modo per risolvere i conflitti durante i pasti in famiglia è la condivisione di responsabilità.

Il miglior modo per risolvere i conflitti durante i pasti in famiglia è la condivisione di responsabilità.

E’ una strategia utile ed efficace: permette di gestire i comportamenti che mettono in difficoltà i genitori a tavola (bambini che fanno i capricci, si oppongono a ciò che è stato preparato, chiedono un cibo e poi lo rifiutano, etc), migliora le relazioni familiari ed è un aiuto concreto alla prevenzione dei disturbi alimentari.

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Mio figlio non mangia, non accetta ciò che è stato preparato, esprime una preferenza e poi non la vuole più..sono tutti comportamenti che fanno letteralmente impazzire i genitori. Se poi il peso del proprio bimbo/a scende sotto le curve di crescita, allora scatta l’allarme rosso e si aggiungono la preoccupazione e la paura! Quando ho letto per la prima volta la “condivisione di responsabilità” della dr.ssa  E.Satter (https://www.ellynsatterinstitute.org/)  ho avuto un po’ l’impressione di una formula magica, perché nella sua semplicità racchiude una strategia applicabile nella quotidianità ed in modo molto concreto. Ellyn Satter è una dietista, terapista familiare e autorità riconosciuta a livello internazionale  in materia di alimentazione, in particolare in età evolutiva. La sua formula magica è una condivisione di responsabilità: quella dei genitori è occuparsi di COSA, QUANDO E DOVE mangiare, mentre ai bambini va lasciata la responsabilità di decidere QUANTO mangiare. 

I bambini imparano gradualmente a mangiare le quantità di cui hanno bisogno non utilizzando il pasto come una sfida di autoaffermazione o di emotività legata a dinamiche relazionali frustranti, ma a godere del piacere del pasto. Semplice no? A volte più a dirsi che a farsi. Ciò che potrebbe rendere difficile applicare la condivisione di responsabilità sono tuttavia le distorsioni di noi adulti. Ad esempio la nostra spinta al controllo, la paura che un bambino non si alimenti abbastanza, la delusione per gli sforzi fatti in cucina (soprattutto se non siamo cuoche provette o se non amiamo cucinare).  E’ bene tuttavia parlarne sempre con un consulente, il pediatra, prima di tutto, ed uno psicologo esperto nelle dinamiche relazionali familiari e alimentari. Approcci mirati e non terapeutici, come la mindful eating per bambini e genitori, sono training molto utili per prevenire futuri disturbi alimentari. Contattami per ulteriti informazioni!

 

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